Questo è un articolo a quattro mani. Ne siamo autori Salvo Lodato e Giovanni Di Mauro.
Prima parte (di Salvo Lodato)
Siamo due alunni che frequentano la classe 5Ai dell’istituto “G.B. Vaccarini” e vi raccontiamo una nostra esperienza che pensiamo possa interessare chi ci legge. Tutto è partito da un’ osservazione di un nostro compagno, Domenico Schillaci: ogni giorno durante la ricreazione, noi come tutti gli alunni, avevamo difficoltà ad ordinare al bar della scuola. Era un vero incubo. Per risolvere il problema di code e attese infinite abbiamo pensato di creare un nuovo sistema di ordinazione al bar, un’ applicazione per smartphone, che abbiamo chiamato “VaccariniFood!”.
Abbiamo così, nei mesi successivi, sviluppato la nostra idea, dando il massimo di noi stessi e mettendo in gioco le nostre capacità per arrivare al prodotto finito. Venuti poi a conoscenza che la scuola stava svolgendo una settimana di alternanza scuola-lavoro all’ incubatore di aziende “Vulcanìc” di Catania, abbiamo chiesto un appuntamento per presentare il nostro progetto e confrontarci con i responsabili di “Vulcanic” . Così il professor Giustiniani ci ha presentati a Dario Zappalà, al quale il nostro progetto è piaciuto perché ha visto il potenziale della nostra applicazione e ci ha fatto una proposta molto interessante: dopo il diploma, ci avrebbe fatto lavorare per sei mesi nella loro area di co-working, insieme ad altri membri del team di sviluppatori ed a professionisti nel settore. Ovviamente abbiamo subito accettato, entusiasti e sicuri che questa possibilità migliorerà radicalmente il nostro progetto. Non solo: visionando i lavori grafici realizzati in collaborazione con il nostro compagno di scuola Giuseppe Barbagallo, della quinta ad indirizzo telecomunicazioni, è arrivata anche la proposta di uno stage per apprendisti grafici a Misterbianco.
Non abbiamo progettato “VaccariniFood!” per qualcun altro, l’abbiamo progettata per noi stessi. Volevamo semplicemente creare la cosa migliore che potessimo creare. Stiamo intraprendendo un cammino che speriamo ci porterà ad un futuro roseo, siamo giovani ed abbiamo tanta strada da fare, ma crediamo nei nostri sogni, nella nostra forza di volontà e nella nostra determinazione ci porteranno alle mete che desideriamo raggiungere.
—Seconda parte (di Giovanni Di Mauro)
Quattro anni fa incontrai un amico che mi fece appassionare alla filosofia di vita di Steve Jobs. Due anni fa incontrai Samuele Carcagnolo e fondai con lui “~Liberi come attori”. Quest’anno le mie idee si sono incontrate con quelle di Salvo ed insieme abbiamo creato “VaccariniFood!”.
Un giorno la preside della mia scuola disse che la nostra vita è fatta d’incontri, quella frase mi ha colpito, ne sono fortemente convinto.
Queste esperienze, infatti, sono assolutamente interconnesse tra loro: aver letto la biografia di Steve Jobs ha cambiato la mia visione del mondo e dei prodotti che la gente quotidianamente utilizza. Probabilmente se non avessi mai letto la biografia di Steve Jobs oggi non esisterebbe né “~Liberi come attori”, né “VaccariniFood!” Non è possibile unire i puntini guardando avanti, si possono unire solo girandoci e guardando indietro. Quindi dobbiamo avere fiducia nel fatto che in futuro i puntini in qualche modo si uniranno. Per me creatività significa semplicemente collegare cose. Le nuove idee nascono guardando le cose, parlando alla gente, sperimentando, facendo domande, rimanendo curiosi di ciò che ci circonda. Ho sempre colto tutte le opportunità che questa scuola mi ha dato, ci ho costruito sopra dei progetti, progetti che mi hanno impegnato, che non mi hanno fatto prendere sonno prima delle tre di notte, che mi hanno fatto urlare, che mi hanno fatto rimanere a scuola e non avere il tempo di pranzare, ma nonostante tutto lo rifarei, continuando a crescere insieme ai nostri compagni perché ci sono soddisfazioni che valgono tanto e che cambiano la nostra vita. Alla fine della sua biografia , Steve Jobs dice: “Stay hungry. Stay Foolish.” Era l’augurio che dava ai lettori della sua biografia ed è l’augurio che io do a tutti noi”.