“Questa medaglia non la definirei un sacrificio, perché un sacrificio è qualcosa che ti obbligano a fare, invece è la volontà che spinge un atleta a superare alcuni ostacoli”. Inizia così la sua conferenza, Assunta Legnante, atleta paraolimpica vincitrice del lancio del peso delle paraolimpiadi 2016 di Rio ospitata dal Liceo Scientifico Archimede venerdì 3 febbraio. L’atleta in compagnia del campione olimpico di scherma, Daniele Garozzo, ha risposto volentieri alle domande raccontando la sua avventura alle paraolimpiadi.
“Oltre al recente successo, anche la vittoria di Doha 2015 è stata molto importante, perché sono due ori vinti durante un periodo difficile a livello fisico, per via di un problema alla schiena ed è stato quello il momento in cui ho deciso di spegnere il fisico e accendere il cervello”, aggiunge la Legnante raccontando le sue difficoltà durante le due gare.
Il presentatore della conferenza chiede all’ atleta quanto sia importante la concentrazione mentale per riuscire a battere gli avversari. “Certo, la preparazione a livello mentale è importante, non solo durante le gare ma anche durante gli allenamenti. A Londra, quando vinsi il mio oro dopo aver avuto il problema alla vista, non avendo problemi fisici non ero per niente preoccupata degli avversari, invece a Rio mi sono ritrovata con un problema fisico grave e un’avversaria molto difficile da battere ed è stata fondamentale la concentrazione mentale”.
Successivamente le viene chiesto qual è l’importanza del rapporto tra scuola e sport. “E’ un rapporto importantissimo , ai miei tempi i professori non mi venivano incontro durante gli impegni sportivi, ora invece la scuola è molto più vicina agli atleti. Inoltre è molto importante fare entrambe le cose perché una aiuta l’altra” questa è stata la risposta dell’atleta.
Gli alunni del liceo iniziano a porgere delle domande ad entrambi gli atleti, chiedendo se durante le gare la competizione più grande sia con l’avversario o con se stessi. “Durante le gare l’avversario più duro siamo sempre noi stessi – risponde Legnante – è per questo che ci alleniamo per migliorarci”.
Durante la vostra carriera sportiva siete stati sempre così determinati oppure qualche volta avete avuto qualche calo psicologico?
“Io ero un’atleta normodotata fino a quando, nel 2012, ho avuto la certezza di essere diventata non vedente, in quel periodo è venuta inoltre a mancare mia madre, ma nonostante tutto non ho avuto cali psicologici e qualche mese dopo ho vinto le paraolimpiadi di Londra”.
Quali saranno i prossimi obiettivi dell’anno?
“Voglio vinvere Tokyo perchè voglio essere la prima atleta italiana a fare il triplete (Londra, Rio, Tokyo)”.
I momenti di insicurezza li hai superati parlandone con qualcuno oppure ti sei chiusa in te stessa? “Io mi sono sempre aiutata da sola, poichè da piccola ero molto timida, ma lo sport mi ha aiutato molto rendendomi meno insicura”.
In Italia ci sono strutture adatte per allenarsi nelle specialità paraolimpiche?
“E’ logico che se hai un impianto adatto allo sport paraolimpico sei molto avvantaggiato, ma in Italia ultimamente, a differenza di qualche anno fa, si sta iniziando a tenere in considerazione lo sport paraolimpico, stanno quindi migliorando gli impianti”.
Hai dei rimpianti della tua carriera sportiva?
“Se fossi diventata cieca prima avrei vinto più medaglie”. risponde con ironia Assunta. L’atleta chiude poi la conferenza sportiva ringraziando tutti per la partecipazione e per l’invito e concedendo qualche foto agli alunni del liceo.