Palazzo Mastrogiovanni Tasca, teatro di cultura.
Gli alunni delle V dell’Istituto Comprensivo Tommaso Aversa si sono recati nel mese di ottobre al palazzo Mastrogiovanni Tasca per partecipare alla giornata della lettura ad alta voce “ Libriamoci”.
Il palazzo è uno dei più rappresentativi di Mistretta, fu costruito nel 1727, data incisa sulla chiave del portale principale.
Nel 1940 l’immobile venne acquistato dal comune e divenne municipio; a metà del 900 la facciata fu arretrata e i due piloni liberty del cancello vennero portati all’ingresso della villa comunale.
Nel 1953, il palazzo divenne liceo classico per ben cinquant’anni, fino all’attuale destinazione di Museo Civico Polivalente. L’attività è stata promossa dalla scrittrice Mariangela Biffarella.
La scrittrice nasce in Sicilia a Mistretta dove vive ed insegna; vince numerosi premi e riconoscimenti letterari, nazionali e internazionali.Nel Dicembre del 2007 pubblica una raccolta di racconti dal titolo “Sommesse voci della mia terra”; e ne seguitano molti altri come il libro per bambini “Una fiaba al giorno per capire come gira il mondo”; proprio da questa raccolta la maestra ha scelto due racconti che poi ha letto con grande espressività, come solo lei sa fare .Questo suo particolare modo di leggere ,attira molto chi ascolta, ci si sente rapiti dalla sua lettura, e come per magia si entra a far parte della storia ci si immedesima in ogni personaggio, chiudi gli occhi ed entri in un regno incantato! Le due storie che ci ha letto la maestra sono :”Zia Betta spilorcia” ; che parla di una donna , di nome Betta , ma tutti nel paese da cui proveniva la chiamavano la zia Betta spilorcia .Questa donna ,costringeva il marito ad alzarsi alle prime luci dell’alba per non sprecare neanche un raggio di luce, non si pettinava per non perdere neanche un capello, per pranzo, contava le lenticchie,10 precise, quand’era più felice ne preparava addirittura 15 .Un giorno le dissero che aveva un marito d’oro, che valeva tanto oro quanto pesava.Zia Betta si ripeteva in mente:” Mio marito pesa decisamente poco, devo farlo ingrassare !”; così si mise d’impegno ! Una bella mattina si presentò, al mercato con un cartello che diceva :”MARITO D’ORO CHE VALE QUANTO PESA , 80 CHILI NETTI”; arrivò una donna e lo acquistò, i due se ne andarono felici. Zia Betta tornò a casa tutta contenta , ma dopo poco le mancò il marito così decise di ricomprarlo, ma quando infilò la mano in tasca per prendere i soldi si accorse che un topo li aveva rosicchiati! La morale di questa storia è che l’amore e il rispetto valgono più di tutto l’oro del mondo. La seconda storia che ci ha letto la maestra, è “A colpi di chicchirichì”: una cittadina di nome Pollopoli era abitata da galli, pulcini e galline ; lì vi era un grosso problema: ogni mattina, i galli litigavano per chi dovesse svegliare il sole, tanto da non pensare più neanche alle loro famiglie ; inoltre il sole si era stancato di non poter dormire, così indossò dei tappi alle orecchie e non si svegliò più. Un giorno in paese arrivò una gallinella , che parlò al gallo più anziano, col quale decisero di fare delle elezioni, ma i galli non smettevano di litigare e di promettere qualsiasi cosa (anche di far sorgere due soli) pur di vincere le elezioni; la gallinella esasperata andò al campanile, dove tirò il coccodè più acuto che si fosse mai sentito, così il sole tornò a splendere e da quel momento la gallinella svegliò lei il sole ogni giorno. Questo messaggio secondo me vuol dire che anziché fare promesse inutili è meglio fare i fatti.
La scrittrice ha continuato, leggendo due storie di Gianni Rodari, scrittore e pedagogista di fama internazionale.
Il dottor Terribilis e il suo assistente Famulus, è una storia fantastica parla di questo scienziato che vuole essere ricordato come l’uomo più cattivo del mondo, per questo costruisce un super crick per impossessarsi della luna… A quel punto avrebbe chiesto un riscatto agli uomini.
Lo scrittore era indeciso su tre finali diversi , per questo li scrive tutti; la stessa caratteristica ha anche la storia di Pinocchio il Furbo. Anche il pinocchio di Rodari è di legno come quello di Collodi,e anche a questo con le bugie si allunga il naso, il furbo decide però di farne un business, infatti vende il legno del suo naso e diventa talmente ricco da possedere un grande magazzino con 100 operai. Ma a parte un finale dove con la sua generosità aiuta il suo paese, negli altri dove si comporta da avaro non gli rimarrà più di un pugno di serratura.
Alla fine della lettura la maestra Mariangela ha ringraziato i presenti, gli scolari carichi di questa nuova esperienza sono tornati a casa .
Francesca Artale