Nella settimana che precede le vacanze, gli alunni della VA, oltre a svolgere le normali lezioni, si sono dedicati a preparare dei lavoretti natalizi per abbellire la classe: hanno preparato il presepe, colorato candele e cantato canzoni natalizie, ma la cosa più divertente è stata la preparazione del ballo sulle note della canzone “ Jingle bells “.
A me questo ballo è tanto piaciuto, in realtà amo ballare, ho frequentato la scuola di danza dai 3 agli 8 anni, poi non si è più riaperta e ho dovuto rinunciare.
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Quando sono tornata a casa ho raccontato, con entusiasmo, tutto ai miei nonni, e siccome loro sanno quanto io adori ascoltare le storie passate e soprattutto di come loro trascorrevano le giornate e di come si preparavano alle festività hanno voluto dirmi delle loro tradizioni sul Santo Natale.
Ha iniziato il nonno dicendo che ai suoi tempi il Natale si festeggiava facendo il Presepe e, solo in pochissime case, anche l’albero di Natale, che era privo di illuminazione è molto più semplice di adesso.
Anche il presepe non era molto complesso, si costruiva con il muschio vero che si raccoglieva il giorno prima nel bosco; lui andava con i suoi fratelli. Le statuette erano di gesso e non c’erano luci.
La nonna ha continuato dicendo che si andava a messa la sera della Vigilia di Natale, si facevano meno acquisti di oggi, o niente, e non si aspettava Babbo Natale, ma Gesù Bambino che portava un dono solo alla mattina del 25 Dicembre.
I bambini, al tempo dei miei nonni, ricevevano cose semplici come bambole di pezza, cestini con attrezzi per cucire o semplici vestiti, addirittura ricevevano qualche frutto ( due o tre mandarini ) e ai maschietti veniva regalato un cavalluccio di cartapesta.
I piatti tipici c’erano, ma solo in alcune case, ed erano tacchino, arrosti, trippa e in alcune case c’era anche il panettone. Dopo aver consumato il pranzo i grandi si sedevano e giocavano a carte, mentre i piccoli giocavano con i regali ricevuti.
Il giorno di Natale per loro era meraviglioso perché si stava in famiglia e si riunivano tutti i parenti e stavano bene insieme.
I nonni mi dicono che oggi c’è troppo consumismo, infatti, addobbiamo le case con oggetti costosi, per non parlare dell’albero che ogni anno deve essere sempre diverso, non si fa più con le palle tradizionali e coloratissime, ma con rami, palle di un unico colore e fiocchi particolarissimi e poi non ci si accontenta di un solo regalo, ma pretendiamo che sotto l’albero ce ne siano a decine e non vogliamo cose semplici, preferiamo telefoni all’ultimo grido, computer, vestiti particolari, hoverboardecc…
Io amo molto l’atmosfera natalizia, mi piacciono i regali, anche se so che a portarli non è Babbo Natale, e sono anche un po’ viziata e ricevo quasi sempre tutto ciò che desidero. Ma non chiedo mai niente con arroganza e prepotenza, anzi la maggior parte delle volte sono sempre i miei genitori a stupirmi con regali eccezionali.
Certo per noi il Natale per lo più è fatto di materialismo e non di sentimenti e ciò è molto triste, come dicono i nonni, prima c’era più solidarietà e meno egoismo, oggi invece c’è più benessere e molta cattiveria.
Quindi mi chiedo ha forse ragione il nonno quando dice: “si stava meglio quando si stava peggio?”
Pensando e ripensando penso proprio di si.
A volte dico ai nonni che mi piacerebbe vivere per un giorno come ai vecchi tempi e loro dicono che non sarebbe affatto facile adattarsi a certe situazioni, però sarebbe bello se io potessi provare i sentimenti di una volta: il vero amore, la sincerità, la vera amicizia, l’unione familiare, l’affetto, la gioia, la spensieratezza e la purezza d’animo che avevano.
Dunque il Natale di un tempo era molto semplice e povero, ma intensamente sentito e vissuto con gioia tra gli affetti della famiglia unita e solidale.
Amo il Natale… il vero Natale.
Greta Scalone