Un altro genere d’amore

Non hanno  avuto  dubbi :  avrebbero  parlato dell’amore omosessuale.  Il concorso dell’UDI chiedeva di raccontare l’amore oltre gli stereotipi : l’amore omosessuale è stato il loro  campo di riflessione, di racconto. Sono i ragazzi del “Vaccarini” che ci parlano della loro esperienza: hanno costituito una troupe cinematografica, giovane, amatoriale e tanto appassionata, guidata da uno di loro, Michelangelo Zanghì, e seguita dalla professoressa Cettina Sabina. .

Letture, chiacchierate, interviste  a persone di ogni età, a ragazze e a ragazzi della scuola, hanno  sollevato un mucchio di dubbi e confermato una sola certezza: l’omosessualità nel 2016 è ancora “un mostro”. Siamo messi male, la caccia alle streghe non è finita ed è solo dissimulata. Tanti si dicono tolleranti, ma tremano solo a sentire parlare di  adozioni da parte dei gay. Tanti dicono che “può capitare” di scoprire che un amico è omosessuale  ma inghiottono amaro se chiedi “e se fosse suo figlio?”.

Strada facendo, i ragazzi  hanno capito che dovevano raccontare proprio questo retroterra oscuro , con la loro proposta finale ed il loro motto: l’amore è sempre diverso e  la differenza è valore!

Si sono così  avventurati verso la finale del premio Stereotipa  “Oltre gli  stereotipi: un altro genere di amore” : un progetto verticale che ha coinvolto   scuole di ogni ordine e grado- dalla primaria, alla scuola media , alle scuole superiori, alla scuola serale per gli adulti..

Insieme al video “Un altro amore” dei ragazzi del  “Vaccarini”, premiato con il primo premio ,  ci sono anche racconti, poesie, video e opere pittoriche , realizzate da  studenti ma anche da donne adulte . “Tutte le opere-  dice la professoressa Arena, coordinatrice del Concorso-   portano un segno forte,  talora doloroso,  del desiderio di ascolto e rispetto delle differenze. In tutte le opere due  segni chiari:  la  denuncia della violenza maschile sulle donne e  l’attenzione sull’omofobia e  sulle relazioni omosessuali , proponendo vie nuove per  relazioni ed identità libere”  .

E il bello non finisce qui: eccoci ai premi! Le donne dell’UDi  hanno raccolto attorno alla loro manifestazione il contributo di “associazioni amiche” e delle Istituzioni:    la  Società  Cinestudio ha regalato ai vincitori  biglietti per gli spettacoli del cinema King e dell’arena Argentina;     Allegra Puglisi Cosentino della Fondazione Puglisi Cosentino per l’arte ha offerto a  venti studenti la visita   alla     mostra “Breve storia del mondo” dell’artista Pietro Ruffo;  il Comune di Catania     premia con biglietti per    l’opera “La Sonnambula” al teatro Bellini  Insomma la cultura porta cultura!

Cristiano Sardo

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