Dopo vari preparativi, finalmente è arrivato il grande giorno!
Noi bambini del plesso Neviera, alle ore 11:00 ci siamo recati presso la chiesa Santa Caterina per la recita di Natale.
La nostra esibizione consisteva in canti, letture di alcune preghiere e per finire un ballo.
Ero molto emozionata, anche perché nei giorni passati ho pensato molto al fatto che questo sarà il mio ultimo Natale insieme alle mie maestre e a tutti i miei compagni: con alcuni sicuramente ci troveremo alle scuole medie, con altri no.
Ci sono stati alcuni momenti in cui mi sono asciugata le lacrime che, senza volerlo rigavano le mie guance; ripensavo ai tanti momenti trascorsi insieme, belli e brutti, felici ed infelici… comunque ricordi che resteranno indelebili nella mia mente.
A fine recita la nostra super Preside ci ha letto il messaggio di papa Francesco.
Questo messaggio è molto significativo, ci invita a non abbatterci mai, neppure quando tutto sembra perduto.
Veniamo paragonati ad un albero di Natale molto forte e resistente, gli addobbi siamo noi, che grazie alle nostre virtù riusciamo a colorare la nostra vita.
Anche la maestra Lia ci ha letto una lettera intitolata “TRISTE LETTERA” DI GESU’ RE DEI RE.
Questa lettera la dovremmo leggere tutti, perché ci fa comprendere che quando arriva il compleanno di Gesù, cioè a Natale, molta gente non ricorda più che in questo giorno, tanto speciale, è nato il Signore; si pensa solo a ricevere regali da “Babbo Natale”, un personaggio immaginario nato dalla fantasia dell’uomo, e a preparare cenoni.
E’ triste ammetterlo però è proprio vero ci dimentichiamo sempre di invitare l’ospite d’onore, di fargli gli auguri e di pregare un solo istante durante la serata.
Finita la recita ognuno di noi, dopo aver fatto gli auguri alle insegnanti, siamo tornati a casa e proprio in questa giornata sono iniziate le vacanze natalizie.
Come ogni anno tutti noi ci siamo preparati al Santo Natale seguendo le tradizioni di famiglia, infatti si è provveduto a fare gli ultimi acquisti, a preparare tante delizie, e a brindare a mezzanotte per festeggiare la nascita di Gesù Bambino, però quest’anno oltre a brindare ho ripensato alla lettera triste, così quando ho tolto il cotone dalla culletta di Gesù ho pregato tanto, chiedendogli perdono per gli errori che ho commesso durante l’anno, per tutte le volte che sono stata poco carina con gli altri e soprattutto per tutte le volte che mi sono dimenticata di lui e poi l’ho ringraziato per tutto quello che ha fatto e continua a fare ogni giorno per tutti noi.
Per finire gli ho anche chiesto un regalo, cioè quello di portare tanto amore nel cuore degli uomini e far sì che regni la pace nel mondo spazzando via odio ed egoismo.
Sono sicura che questo sarà il regalo più bello che potrò ricevere, perché di “cianfrusaglie” ne ho ricevute tante, alcune belle, altre bellissime, alcune utili ed altre inutili. Ormai sto crescendo e ripensando a tante cose mi rendo conto che la vera felicità non sta nelle cose materiali, ma negli affetti umani.
Grazie all’interessamento del prof. Furfari, con la collaborazione di alcuni ragazzi delle scuole medie, anche quest’anno nel nostro paese è stato realizzato il Presente Vivente.
Il ”Viaggio Dulurusu “ si è svolto presso “ Villa Nives”, un antico casale immerso nel verde.
Al suo interno sono state allestite diverse botteghe, ognuno rappresentante i vecchi mestieri. Come sempre i piccoli e grandi attori hanno regalato immense emozioni alla gente, facendogli ricordare con quanta complessità è venuto al mondo Gesù Bambino.
Subito dopo il Natale ci si prepara per il nuovo anno, solitamente per celebrare il passaggio tra il 31 Dicembre e il 1° Gennaio si festeggia con il veglione di Capodanno. In molte città, in occasione di questa celebrazione, si sparano i fuochi d’artificio, invece da noi si sparano quasi sempre i petardi e come da tradizione a mezzanotte non possono mancare nelle nostre tavole le lenticchie, come augurio di ricchezza.
Io trovo molto sciocca l’usanza di sparare al vecchio anno, perché mentre noi ci divertiamo, in altri posti ci sono animali che soffrono parecchio a causa dei forti botti a volte vengono feriti e non solo ci sono anche persone anziane e bambini affetti da varie malattie a cui danno fastidio.
A chi non importa il benessere degli animali, almeno dovrebbe fermarsi a pensare sul fatto che il nostro modo incosciente di esprimere la nostra allegria attraverso dei fuochi, può danneggiare molte persone. Inoltre molta gente la considerano un’occasione per fare dei buoni propositi per il nuovo anno e di buoni propositi ce n’è davvero bisogno da parte di tutti noi.
Infine, il 6 Gennaio arriva L’Epifania che “ogni festa porta via”. La Befana è una vecchietta un po’ malandata, ma molto laboriosa e molto amata dai più piccoli, anche se il suo aspetto fa un po’ paura. Viaggia a cavallo di una scopa, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio si mette a lavoro per portare doni, in particolare dolci, ai bimbi buoni. Per quelli meno bravi, invece, solo carbone. E’ amata quanto Babbo Natale, ma a differenza dell’anziano signore barbuto, è meno famosa soprattutto fuori dall’Italia. L’Epifania è legata all’adorazione dei Re Magi che giunsero a Betlemme, dodici giorni dopo il Natale, con i doni per Gesù Bambino seguendo la cometa.
Questa festività è molto complessa e viene festeggiata in maniera diversa nelle varie città, ad esempio in certe tradizioni rappresenta la figura femminile dell’anno vecchio pronto a sacrificarsi per dare vita a un periodo nuovo e prospero. In altre regioni, invece, si effettua il falò della vecchia, un pupazzo di stracci, che viene bruciato in piazza dopo aver fatto il giro. Nella città di Firenze si festeggia l’Epifania con la tradizionale cavalcata dei Re Magi, indossando vestiti rinascimentali molto ricchi. In Sicilia, invece, “A Vecchia” esce in piazza indossando abiti molto poveri e distribuisce regali a tutti i bimbi che incontra.
Proprio in questa data si inviano messaggi di auguri per la Befana, non solo per augurare una buona Epifania ma anche per prendere in giro ragazze con battute sulla Befana divertenti e spiritose.
Dunque possiamo dire che l’Epifania è una festività magica, ricca di svariati valori simbolici.
Da piccola pensavo che a farmi trovare le calze, distribuite per tutta la casa, fosse davvero la Befana che entrava di notte dal caminetto o dai tubi del termosifone.
Ricordo che ero molto curiosa di vedere cosa ci fosse all’interno, non ho mai trovato del carbone e questo mi rendeva felice, perché significava che ero stata tanto brava e non lo avevo meritato.
Nella mia mente ho sempre immaginato una Befana un po’ distratta e ritardataria, ma non tanto vecchia e tanto brutta.
Cosi pensando e ripensando mi è venuta in mente la seguente filastrocca:
Oh dolce befana Adriana
starai via per una settimana?
Mi avevano detto che non eri tanto lontana.
Ora tocca te!!!
Non puoi dare tutto il lavoro a me.
Dai sbrigati se non vuoi fare tardi
e beccarti gli spari dei petardi.
Befana, befanina quanto sei biricchina ,
sei arzilla e un po’ vecchina
e sulla scopa di paglia
arrivi fino alla luna gialla
e con i vestiti ricchi di rattoppi
raggiungi il paese dei balocchi
e solo qui ti metti a lavoro
portando doni e suoni
ai bambini buoni.
Greta Scalone