Il 10 Dicembre 1948 L’assemblea generale dell’ONU vota la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che riconosce la dignità della famiglia umana, fissando il rispetto di diritti inalienabili di libertà, giustizia e pace.
Il bisogno di questo riconoscimento è nato a seguito delle conseguenze della seconda guerra mondiale,quando erano stati calpestati i più elementari diritti umani.
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli,inumani o degradanti” dichiara l’art.5 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo che sancisce il rispetto della dignità umana che per secoli è stata ferita e purtroppo continua ad esserlo in certe parti del mondo.
Come conseguenza diretta di questo documento sono nate diverse ONG(organizzazioni non governative)che operano in morte parti del mondo in difesa della sacralità della vita.
Facendo un salto nel tempo, nel lontano 1764, il giurista Cesare Beccaria nel suo trattato “Dei diritti e delle pene” mette in discussione la correttezza della pena di morte e la sua utilità, condannando anche il ricorso alla tortura,una pratica tribale ed inumana.
“Consultiamo il cuore umano e in esso troveremo i principi fondamentali del vero diritto del sovrano di punire i delitti poiché non è da sperarsi alcun vantaggio durevole della politica morale se essa non sia fondata sui sentimenti indelebili dell’uomo” , questi principi, più che mai validi, devono essere alla base della legislazione di ogni Stato civile in tutti i tempi.
Diego Russo “I.I.S. G.B. Vaccarini” Catania