Da dicembre il tema più dibattuto tra gli studenti del Boggio Lera è quello dell’occupazione, il modus operandi con cui si è svolta e se effettivamente si sia raggiunto qualcosa con essa. Se n’è parlato durante l’assemblea d’istituto, che si è svolta sotto forma di dibattito tra professori e alunni, che si è tenuta martedì 28 febbraio nella sede centrale del Boggio Lera.
I motivi principali per cui gli studenti del liceo hanno deciso di occupare sono principalmente tre: Alternanza scuola-lavoro, la struttura edile delle sedi scolastiche e i beni confiscati alla mafia.
Nel corso del dibattito si sono create due fazioni: chi era pro all’occupazione (principalmente alcuni dei rappresentanti e la maggioranza degli studenti) e chi contro (professori ed un gruppo ristretto di studenti).
Le critiche di chi si è detto pro sono state principalmente in merito alle sanzioni prese dal collegio docenti e dal consiglio d’istituto, ossia l’annullamento dei viaggi d’istruzione e di tutte le attività parascolastiche, quali teatro, cinema e visite guidate ed un abbassamento del voto di condotta.
“Io volevo esprimere il mio rammarico per delle sanzioni che non hanno ragione di esistere, perchè sicuramente abbiamo commesso degli errori, ed è normale che sia successo, però su due cose non si può transigere: la prima è che tutto quello che noi abbiamo fatto è sempre stato fatto in buona fede; la seconda è che dispiace pensare che un’occupazione possa essere giudicata solo ed esclusivamente in base a quanti giorni dura, perchè è da anni che in questa scuola si portano avanti occupazioni insensate. – afferma durante il suo intervento il rappresentante alla consulta provinciale degli studenti Giona Panarello – Se arriviamo a giudicare e a contestare le proteste solo in base a quanto durano, allora stiamo sbagliando strada!”
Le critiche che sono state invece espresse da chi era contro questa protesta hanno riguardato la sua attuazione, la sua sostanza e i suoi risultati.
” Un tema affrontato dall’occupazione è quello dei beni confiscati alla mafia, che in questa città altri hanno affrontato prima di voi e che ha come interlocutore il consiglio comunale, quindi io al vostro posto sarei andato al comune a protestare. Voi avete scelto una strada legittima, non quella che avrei scelto io, ma non è la scuola l’interlocutore a cui dovete riferirvi. – asserisce il professore De Cristofaro – Per quanto riguarda l’ alternanza scuola-lavoro ritengo che siano ore sottratte allo studio per fare cose inutili che non vi daranno le competenze adatte in ambito lavorativo. Inoltre, i lavori per le strutture sono stati richiesti anni fa anche se le procedure sono molto lente.”
Lo studente Carlo Nicolussi si trova in disaccordo su ciò che è stato detto dal professore: ” io non credo che dall’alternanza scuola lavoro non si possa ottenere nulla di buono. Io che sono di quinto anno ho avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto di alternanza, nonostante non rientrassi nella legge 107 della Buona Scuola. Mi hanno rilasciato un attestato che mi varrà come tirocinio in una futura carriera.”
Al termine dell’assemblea, si è discusso sulla collaborazione tra studenti e professori che durante gli anni è venuta a mancare; proprio per questo motivo si è deciso di stabilire un momento di incontro.
Giada Cilmi, Gloria Mertoli, Aldo Mingrino