“Gli abbiamo tolto le pietre dalle mani e gli abbiamo dato le palline e le clave; si sono resi conto loro stessi che è molto più bello giocare che fare danno”. Queste sono le parole di un volontario che da anni si impegna nella rivalutazione del quartiere di San Cristoforo. “Noi giocando in strada, in piazza Federico di Svevia – aggiunge – ci siamo accorti che erano i bimbi che lo chiedevano. Quando ci hanno visto fare i primi movimenti, loro ci hanno assaliti. Volevano imparare e hanno imparato.”
Il circo sociale nasce in strada, e facendo rete con altre associazioni del quartiere di San Cristoforo, è riuscito ad ottenere una palestra, grazie all’aiuto del G.A.P.A (Giovani Assolutamente Per Agire). Adesso il collettivo Gapa-Gammazita che gestisce il circo sociale, si sposta al Midulla, per insegnare la giocoleria ai bambini.
“Il Midulla è stato riaperto anche per riprendere ciò che il comune ha cercato di fare e dove ha fallito”, spiega uno degli occupanti
Il Centro Polifunzionale Midulla di via Zuccarello, ex cinema e centro di attività nel pieno quartiere di San Cristoforo; rimase abbandonato dal comune di Catania dal Gennaio del 2012, fino al Gennaio di questo anno, quando un gruppo di attivisti ha deciso, tramite un atto di forza qual è l’occupazione, di renderlo di nuovo agibile. Il centro è stato ripulito e sistemato, per ospitare numerose attività sociali e culturali.
“Qui in questo quartiere – continua l’attivista – mancano assolutamente spazi, e con spazi intendiamo proprio attività, dove i bambini possano esprimersi, sia a livello motorio, che a livello artistico e più importante, possano socializzare. Ci siamo resi conto che è una cosa che manca e il Midulla vuole veramente ridiventare un centro polifunzionale, per bimbi e non solo.”
“La giocoleria può essere utilizzata come <<arma>> per tenere a bada i bambini, essa è un’arma di socializzazione”, dichiara un volontario.
Tutti i martedì al Midulla diversi volontari tengono un corso di giocoleria popolare per bambini. La lezione si divide in più fasi: una prima fase è dedicata alla socializzazione “Se ci sono due bambini in contrasto – spiega un insegnante del corso – attraverso i giochi che proponiamo si rendono conto che se non collaborano, non possono vincere.”; altre fasi sono dedicate al movimento e alla coordinazione ed infine si svolge il cerchio finale, dove ogni bambino può esibire ciò che ha imparato a lezione.
Al corso attualmente sono iscritti circa 20 bimbi, e se ne contano almeno 50 tra tutti i corsi che si svolgono in questo centro.
“Con il circo sociale non vogliamo solamente insegnare le tre palline, infatti questo non risolve i problemi del quartiere. Vogliamo attraverso l’insegnamento di quest’arte, fare in modo che essi siano meno aggressivi, che conoscano diversi valori che si sono persi nella strada, quali l’amicizia e la sensibilità”. Con queste parole il volontario-insegnante del corso di circo sociale conclude il discorso.
E cosa ne pensano i bambini? “Entusiasmante”, “Divertente”.