Aula Consiliare del Comune di Catania, 9 maggio 2016, : siamo stati invitati alla plenaria della Consulta comunale giovanile per assistere alla revisione della modifica dello statuto da noi proposta sei mesi fa.
La nostra richiesta è stata breve e concisa: volevamo aggiungere la parola equità all’articolo 22 dello Statuto e in più chiedevamo che qualsiasi studente o cittadino o cittadina che non partecipi a nessuna associazione riconosciuta potesse partecipare attivamente alla consulta giovanile.
Così ci hanno invitati ufficialmente a ridiscutere la nostra proposta nell’Aula consiliare del Comune di Catania.
Eravamo due studenti, insieme alla nostra insegnante, la professoressa Pina Arena: tre gladiatori, in un’aula istituzionale intrisa di politica, con la speranza che si percepiva nelle nostre parole. Abbiamo avanzato la nostra proposta di rendere possibile l’accesso alla plenaria a qualsiasi cittadino, abbiamo insistito sulla necessità di dare trasparenza e chiara visibilità agli atti.
Ma, a parte la condivisione della nostra proposta, la cosa che ci preoccupa è un’altra: i rappresentanti della consulta studentesca provinciale, che dovevano essere lì e partecipare secondo il principio e le regole della loro carica e del loro incarico, erano quasi tutti assenti. Un’aula semivuota. Desolante!
La situazione suscita rabbia e dissenso nei confronti delle Istituzioni che, da un lato non accolgono la partecipazione attiva e libera di ogni cittadino o cittadina, dall’altro subiscono l’assenza disinteressata dei membri della Consulta scolastica che dovrebbe far parte della Consulta comunale ma che continua ad essere latitante ed ignara delle possibilità democratiche che potrebbe far valere.
Ci chiediamo allora: ” Che possiamo fare perchè la consulta provinciale degli studenti , che al momento è un organo inefficace e che non riesce ad incidere sulle cose, sia un organo reale di democrazia?”
Democrazia: tutti ne parlano, ma chi la rispetta e fa valere realmente?
Samuele Carcagnolo