La vita dei Vigili del Fuoco va oltre il classico compito di spegnere un incendio. Essi sono protagonisti anche di particolari e pericolosi episodi come,ad esempio, quello successo qualche mese fa in Via Garibaldi, a Catania, dove un anziano è rimasto chiuso dentro la propria abitazione ed è iniziata una fuga di gas, conclusasi con un’esplosione che ha sventrato tutta la palazzina. In questo spiacevole episodio hanno perso la vita due Vigili e altri quattro sono rimasti feriti.
La vita del “pompiere”, però, va oltre questi rischi e abbraccia numerosi campi, come ci ha spiegato Massimo Guzzone Neglia, un pompiere catanese che si è gentilmente prestato di soddisfare la nostra curiosità.
Da quanto tempo presta servizio al Comando Provinciale di Catania?
“Sono circa 21 anni, esattamente dal 1997 faccio parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.”
Mi saprebbe dire quali sono le principali cause d’intervento che lei svolge nel quotidiano?
“ I tipi di intervento che noi effettuiamo sono vari. I più comuni sono le aperture porte perché di solito le persone dimenticano le chiavi all’interno della propria abitazione. Questo può diventare un problema quando le persone si trovano proprio chiuse all’interno, quando si verifica un malore, qualora si trovino intrappolate dentro la propria abitazione: in questi casi dobbiamo intervenire addirittura con la sirena .”
Cosa si prova esattamente nel momento in cui scatta l’allarme, in cui si riceve un comunicato o la richiesta di qualche soccorso o eventi simili?
“In ogni caso quando incominciano a suonare le campane, dal momento che noi abbiamo dei sistemi di allerta specifici nel cortile,si individua il tipo d’intervento e, a seconda della gravità di esso, incomincia un pochino a salire l’adrenalina e ci si prepara con i mezzi, mettendo in moto, e via dicendo.. Se l’intervento è molto complicato, come ad esempio un incidente nell’ abitazione, allora il discorso d’intervento diventa più complicato,perché ci sono molti mezzi che escono e quindi dobbiamo stare attenti soprattutto per la città, che è piena di macchina, e quindi anche per la guida.”
Concludiamo dicendo ancora una volta grazie a tutti coloro praticano questo lavoro e rischiano la propria vita per salvare la nostra.