“Ci sarà il tempo in cui tutto inizia. Uno in cui tutto finisce.” – S.Stremiz. Il tempo segna veramente una fine e un nuovo inizio? La storia umana è realmente cambiata? Si è evoluta? O vigono sempre le stesse regole? E gli uomini compiono sempre le stesse azioni, guidati dall’ “istinto” e dal comportamento dei “grandi” del passato? E’ possibile vedere riflessi questi ultimi negli uomini del presente?
Basandoci sul celeberrimo lavoro di Machiavelli, il Principe, possiamo analizzare il comportamento del nostro giovane, amabile e rispettabile Presidente del Consiglio.
Già da fanciullo il piccolo principino ha iniziato l’ardua scalata del monte del potere, sicuro delle proprie virtù è riuscito a farsi strada ed ad affermarsi: da direttore dell’azienda di famiglia a caporedattore, da semplice cittadino a Sindaco della Città fiorentina. Il colto e promettente principino spicca il volo verso un ruolo assai più importante ed impegnativo: inizia nel 2012 la sua candidatura alle primarie del centrosinistra perdendo, anche se era solo una battaglia, non la guerra. Corre nuovamente all’attacco e stavolta vince le primarie per il Partito Democratico, l’8 dicembre 2013. Nel 2014 diventa Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Un’impresa sì degna di merito, anche se le sue mirabili virtù sono state accompagnate da un contorno di fortuna e di astuzia.
La prima sta nel fatto che lui è salito al potere in un periodo di profonda crisi sociale, economica e culturale, iniziata nel 2011 e che tutt’ora perdura. Questa causò anche perdita di sicurezza tra i vari partiti che in quegli anni erano al potere, purtroppo incapaci di trarre in salvo l’Italia; è qui che la virtù di Renzi si è manifestata, lui è riuscito a cogliere l’attimo e ad a raggiungere gli obbiettivi preposti. Ma l’ultimo ingrediente per un governo stabile oltre la fortuna e la lungimiranza è l’astuzia, che ha segnato la vittoria di grandi re ed eroi del passato, presente e sicuramente del futuro. Ne sono un esempio l’atto e l’impeto con cui in due giorni Renzi ha letteralmente asfaltato Letta, mostrandoci anche un altro mezzo per agevolare il proprio governo, ovvero la “spietatezza”. Ma, come lo stesso Machiavelli annuncia La “bontà” smette di esser “virtù” quando diventa logora e fine a sé stessa, posta a salvaguardia dell’astratto e in contraddizione con il presente: “onde è necessario, volendosi uno principe mantenere, imparare a potere essere non buono e usarlo e non usarlo secondo necessità”.
“Nondimaco – dice Machiavelli – si vede per esperienza ne’ nostri principi aver fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli delli uomini: e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in su la realtà”. Anche il raggiro è una delle doti del nostro illustrissimo premier che ha dedicato gran parte del suo governo ad abbindolarci, per ottenere voti e consensi; si è impegnato a “simulare” la nascita di un potere stabile e pacificatore, il quale però non migliora la condizione dello stato, ma serve solo a riempire le tasche dei politici che giocano insieme a lui questa “partita”. Come scrive Luca Ricolfi: “Guardando alla traiettoria politica di Renzi, quel che mi colpisce di più è il contrasto fra astuzia e lungimiranza, fra capacità di comunicare e capacità di governare. Mi sembra un po’ come quando devi accendere un fuoco. Certo, ci sono dei mezzi con cui puoi fare immediatamente un grande falò, spettacolare e sfavillante. Basta mettere molta carta, molta paglia, molti truccioli, o ricorrere a quel liquido accendifuoco che si usa per preparare un barbecue con la carbonella. Di mezzi simili la politica è piena: conferenze stampa, trasmissioni tv, tweet, gesti simbolici, inaugurazioni, provvedimenti più o meno demagogici, promesse solenni, bei discorsi e parole alate. Poi però, dopo un po’, il fuoco si smorza, e del tuo falò restano solo le ceneri”.
Abbiamo notato come la figura di Renzi si adatti perfettamente a quella del Principe di Machiavelli, entrambi infatti usano gli stessi mezzi per governare, ma la cosa che li distingue è il fine ultimo che essi si sono preposti: lo scrittore cinquecentesco riteneva giustificato qualsiasi atto che aveva lo scopo di mantenere la pace e la stabilità nel principato; ma se la politica del nostro Presidente sia solo fine a sé stessa? Allora questa non avrebbe il diritto di esistere, perché un buon politico dovrebbe dedicarsi solo al bene dello stato, mentre il renzismo sembra più inseguire un sistema “renziocentrico”, e la salita al potere del premier in realtà risulta più un atto di puro egoismo. Riuscirà il giovane principe del XXI secolo a mantenere la sua egemonia? E noi, il popolo italiano come reagiremo? Ci faremo ingannare per sempre? Giudicheremo sempre in base alle apparenze? O daremo una svolta alla nostra storia? Questi sono interrogativi a cui potremo rispondere solo col passare del tempo, ma una cosa è certa: “Si possono ingannare tutti per qualche tempo, e qualcuno per sempre, ma non tutti per sempre” .
Carlotta Zimbone, Matilde Romeo, Ida Grasso