Non sempre è possibile comprendere la politica mediante l’uso di internet o della televisione, ed è quindi utile guardare con gli occhi dei grandi storici del passato come Machiavelli.
Nonostante sia passato molto tempo dalla stesura di quest’opera relativa ai comportamenti del principe, talvolta possiamo trovare delle attinenze con i comportamenti e le qualità di alcuni ipotetici “principi” odierni come il Premier Matteo Renzi.
Come ben sappiamo ne “Il principe” vengono esposte principalmente le norme di comportamento che il principe ideale deve possedere affinché il suo sia un governo che duri nel tempo.
Machiavelli infatti fa più volte riferimento alle qualità che dovrebbero avere i principi:
- la disponibilità di imitare il comportamento di grandi uomini,
- il comando sull’arte della guerra – per la sopravvivenza dello stato
- la prudenza
- la saggezza di cercare consigli soltanto quando è necessario
- la capacità di essere “simulatore e gran dissimulatore”
- il totale controllo della fortuna attraverso la virtù
Una delle cose a cui deve tener più conto il principe, secondo Machiavelli, è la fedeltà di chi gli sta attorno; Infatti egli nel XIII capitolo afferma che un principe non debba affidarsi ad altre persone e non debba circondarsi di persone in malafede; Renzi prima di agire con decisione, valuta la situazione e si consiglia con qualche fidato, ciò che non ha fatto con Letta poiché sarebbe stato rischioso.
Uno dei rischi più grandi che Renzi dovrà affrontare è riacquistare la fiducia di quei cittadini che si erano fidati di lui e lo avevano sostenuto, ma sono stati traditi, Machiavelli dice che il principe deve sapersi comportare sia come una volpe che come un leone e decidere se essere l’uno o l’altro a seconda della situazione.
Tema ricorrente con il nostro attuale presidente del consiglio è la crudeltà del principe che possiamo riscontrare anche in quest’intervista con Bruno Vespa.
Renzi infatti racconta che talvolta è necessario usare un pizzico di cattiveria come facevano personaggi dell’epoca storica come Winston Churchill e Mussolini.
Unico fine per il principe è il bene del suo Stato. Sfortunatamente il popolo italiano non gode di un “principe” con questo unico scopo ed è evidente dalle ultime iniziative economiche, ad esempio rispetto al 2008 il costo del barile è sceso del 19%, ma le accise sono aumentate dal 46%.
La colpa però è dello stato, non delle compagnie petrolifere. Oggi la benzina alla pompa potrebbe costarci 44 centesimi a litro, ma non succederà mai. Mai il prezzo andrà sotto l’euro.
Questo perché in Italia le imposte, che Matteo Renzi si guarda bene dal cancellare, gravano sul prezzo della benzina e diesel per oltre due terzi. Quando andiamo a fare a rifornimento, insomma dobbiamo tener presente che oltre a riempire il serbatoio della nostra auto, stiamo anche riempiendo le tasche di uno stato famelico e incapace di amministrare i nostri soldi.
Inoltre leggendo il report sull’efficienza dei governi nel 2014 stilato dal World Economic Forum: una speciale classifica che pone in relazione in relazione i risultati raggiunti dai singoli governi con le risorse impiegate. In particolare, il rapporto analizza gli sprechi della pubblica amministrazione, l’incidenza della burocrazia e la trasparenza della politica. Su centoquarantaquattro governi presi in considerazione, l’Italia è penultima. Davanti al solo Venezuela, piegato da corruzione e violenza quasi endemiche. In testa alla classifica, per la cronaca, spuntano microstati, per la verità ben poco rispettosi dei diritti umani-come Qatar, Singapore e Honk Kong. Nella top ten, tra le europee spiccano la Finlandia (terza),la Svizzera (nona) e il Lussemburgo (decimo). Notevole il settimo posto del Ruanda. Poco tempo fa Renzi proclamava ai quattro venti che l’Italia “sta tornando ad essere un punto di riferimento nel mondo”. Peccato che dal Wef (World Economic Forum) arrivino solo schiaffoni. Brutte notizie arrivano dai dati sull’efficienza del mercato del lavoro, dove siamo 136esimi su 144 e dallo sviluppo finanziario dove siamo 119esimi. Un po di sollievo arriva dai dati sul sistema sanitario e scolastico, dove fortunatamente ci vede ancora al 22esimo posto. Renzi ne sarà sicuramente fiero! Niccolò Machiavelli quindi da un lato avrebbe sicuramente giudicato negativamente il premier italiano che dovrebbe prodigarsi per il bene del popolo, ma dall’altro lato lo avrebbe “lodato” per la sua abilità nel camuffare la situazione rovinosa dell’Italia ad un momento di grande rinascita politica ed economica.
Machiavelli nel suo “Il Principe” parla dell’importanza nel buon Principe di apparire “buono” al popolo poiché la maggioranza dei cittadini vede ciò che appare del principe e non ciò che è realmente, e poiché la maggioranza è difficile da contrastare, è dovere del buon Principe fare in modo che appaia come il popolo lo vorrebbe.
Ai giorni nostri ritroviamo la soprascritta caratteristica del buon Principe nel nostro presidente del consiglio Matteo Renzi come dimostra l’intervista fattagli dalla giornalista Lucia Annunziata nel programma “in ½ h” del 03/04/2016 ,notiamo l’abilità del premier nel distorcere abilmente le domande spinose rivoltegli dalla giornalista, a suo favore facendo ricorso a discorsi sulle buone opere che ha fatto per il pase ed alla sua buona volontà o all’ ignoranza di alcuni comportamenti disonorevoli da parte dei suoi collaboratori.
Link puntata intera: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-36792ae7-bbc7-4855-8e7f-991572b52394.html
Quindi anche al giorno d’ oggi valgono le regole spietate che Machiavelli riporta nel suo “Il Principe” e soprattutto la regola perennemente attuale descritta nel XVIII capitolo e in seguito divenuta comune: “Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e’ mezzi sempre fieno iudicati onorevoli e da ciascuno saranno laudati”.
Edoardo Panebianco, Gianmarco Ricciardi, Michele Girlando, Leonardo Bottino