Premettiamo che il nostro è un governo giusto, che la politica non sbaglia e che il premier non gioca a far l’attore. Ammettiamo quindi che sia così: allora come mai ci ritroviamo da due anni con al vertice un soggetto come Matteo Renzi?
Notoriamente autoproclamatosi premier, la versione italiana di Mr. Bean, ma più comico, fa lo slalom tra destra e sinistra sulla sua due ruote, perché “il Governo è come una bicicletta. Se pedala va, altrimenti no.” Decisamente, no.
Ripercorriamo il cursus honorum del nostro Matteo. Figlio della sinistra, spodesta Enrico Letta nel febbraio 2014, visto che non fa “manfrine per togliergli il posto.” D’altronde, come ci ricorda Machiavelli, virtù e occasione vanno a braccetto, e Renzi ha saputo sfruttarle bene entrambe…in un primo momento.
Viene poi allo scoperto il primo segno di bipolarismo renziano con il triangolo Renzi-Alfano-Verdini: alleanze e patti per ingraziarsi o far fuori il ministro Angelino, in pieno accordo con la necessaria ambiguità del principe machiavelliano, il quale è spesso obbligato, per mantenere il potere, a operare contro la lealtà. Ma deve anche saper dosare l’uso della maschera, se non vuole essere odiato.
Ed è questo l’aspetto più complicato da gestire, specie se ci sono interessi di mezzo -non sia mai nella perfetta politica italiana…-.
Ricorderemo tutti la costernazione di Renzi per l’attentato di Parigi rivendicato dall’Isis, e la sua decisione di affiancare Hollande nella discesa in guerra contro lo stato islamico, come mostra il video…
“La coalizione sia sempre più ampia e inclusiva possibile, dare la massima priorità al dossier sulla Libia perché rischia di essere la prossima emergenza”. Eppure l’Italia si tira fuori. Manca una strategia.
Magari agli occhi del popolo suonerà come un razionale pacifista, un perfetto principe buono e giusto… L’importante è che lo sembri per i più.
Altra manifestazione di vacillamento del principe Renzi con il popolo consiste nel referendum sulle trivelle, in occasione del quale l’illustre premier invita il popolo italiano a rinunciare apertamente ad un suo diritto e dovere, visto che sarebbe “un inutile spreco di fondi pubblici” … certamente non hanno nulla a che fare le lobby finanziarie che ci stanno dietro. Perfettamente democratico, no?
Viene però meno la maschera del bravo premier/principe quando si abusa del proprio potere per favorire interessi personali, ed è questo uno degli aspetti cui Matteo deve stare attento se intende occupare ancora la sua poltrona.
La gente non si fida più di lui come prima, la sua abilità di simulatore e dissimulatore viene meno e oramai ha definitivamente messo mano alla roba d’altri (o meglio, al portafogli) dopo la questione Banca Etruria, gravi errori da cui un principe dovrebbe salvaguardarsi secondo il Machiavelli,
insieme allo svelare una reale presenza di virtù come la bontà e la giustizia –ma di questo non c’è pericolo per lui -.
Resta da chiedersi per quanto ancora il nostro principe reggerà e fino a dove arriverà prima che quei pochi fedelissimi si rendano conto della sua vera natura (malcelata).
Giulia Saraniti, Anna Rita Saddemi