In questo saggio breve andremo ad analizzare un diritto che pur non essendo tale viene considerato un diritto. Il diritto preso in considerazione è il diritto alla felicità e si dimostrerà che non è un diritto prendendo in considerazione due articoli: Umberto Eco, Il diritto alla felicità, L’Espresso, 26/03/2014; Massimo Fini, I figli e la felicità non sono un diritto, Il Fatto Quotidiano, 4/2/2016.
L’idea di Eco e di Fini
Fini, nel suo articolo, dichiara che avere dei figli non è un diritto. Egli si riferisce alle coppie omosessuali e, a tal proposito, è possibile richiamare anche l’articolo di Eco, nel quale lo studioso dichiara che essere felici non è un diritto. I due articoli possono essere collegati perché alle coppie omosessuali è vietato il matrimonio, e da ciò consegue l’impossibilità per loro di adottare un bambino. Di recente è stata approvata la legge Cirinnà che consente agli omosessuali la possibilità di unirsi civilmente. Nonostante le unioni civili però, i diritti degli omosessuali non sono realmente equiparati a quelli degli eterosessuali perché le unioni civili non garantiscono gli stessi diritti del matrimonio. Poiché la felicità di molte coppie gay dipende dalla possibilità di sposarsi e di adottare un bambino, la loro felicità sembra essere negata da un ostacolo giuridico.
Il diritto alla felicità non esiste
Ciò che si intende dimostrare nel presente testo è che il diritto alla felicità non è un diritto.
Per dimostrarlo, utilizzeremo due esempi. Il primo è trattato dall’articolo di Eco, e mi piace chiamarlo l’esempio del «divano a metà prezzo». Egli intende dire che, se dovesse esistere un diritto alla felicità, sarebbe improponibile da applicare, perché significherebbe far felice una persona ai danni di un’altra. La riduzione del prezzo del divano, ad esempio, favorirebbe il cliente a discapito del commerciante.
Altri esempi che Eco cita sono «la crema per rassodare il viso, il detersivo che finalmente toglie tutte le macchie». La questione in questo caso è diversa: non tutti i desideri rispecchiano i reali bisogni dell’uomo e non meritano dunque di essere tutelati . Quindi, non si può definire come valido il diritto di avere figli perché non è un diritto avere figli, ma è un diritto dei figli avere dei genitori. Ovviamente, questo vale anche per le coppie di coniugi uomo e donna e non per i soli omosessuali. Tuttavia, parlando dei diritti dei bambini non si dovrebbe permettere agli omosessuali di adottare un bambino poiché quest’ultimo ha diritto «per legge di natura, antropologica, ad avere, almeno sulla linea di partenza, un padre e una madre» (Fini).
Conclusione
Il diritto alla felicità e il diritto ad avere un figlio non esistono e, se dovessero mai essere creati, ciò causerebbe molta disparità fra un uomo e l’altro. Per esempio, la disparità tra un bambino e un altro nascerebbe perché uno ha una madre e un padre e un altro due padri o due madri.