Dialogo immaginario tra Pasolini e Pannella

[Un lampo illumina la finestra di una casa a Roma]
Davanti ad una tazza di caffè, Pannella e Pasolini si ritrovano a discutere su uno dei temi che ancora oggi fa scalpore nelle case degli italiani.

Pasolini: – Ai miei tempi, l’omosessuale e l’omosessualità erano visti come forme del male, ma un rapporto omosessuale non è il male e non c’è niente di male. Esso è un rapporto sessuale come un altro. Invece, al giorno d’oggi, essere a favore dell’omosessualità è una forma di omologazione, com’è omologante avere una legge a favore dell’omosessualità.

Pannella:-Ma che ne sai! Pensi che stabilire una legge a favore dell’omosessualità possa eliminare l’omofobia? Pensi che con qualche intervista si risolva qualcosa? Il cittadino e il politico possono modificare le leggi per migliorare ciò che secondo loro è sbagliato. Io ho lottato a favore dell’aborto e a favore del divorzio e sono riuscito ad ottenerli.

Pasolini:- Per Dio! Come si può legalizzare un omicidio? La vita è sacra e non può essere stroncata ancora prima di essere messa al mondo. Inoltre, l’aborto legalizzato è una enorme comodità per la maggioranza, soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito, che non avrebbe più ostacoli. Come si può stabilire per legge un termine entro il quale la vita non è tutelata? L’aborto è una sconfitta della ragione e dei sentimenti, un crimine legalizzato. E poi, come si fa a valorizzare il divorzio? Dai, su, un po’ di coerenza.

Pannella:- Caro Pasolini, l’aborto non è un omicidio, soprattutto quando è praticato entro i primi 80 giorni. È scientificamente provato che in questo periodo l’embrione è un corpo incompleto e incapace di funzionare e per di più inanimato, in quanto privo di regolare attività cerebrale e nervoso. Inoltre, non si può forzare la persona di sesso femminile a prestare il proprio corpo ad una gestazione odiosa, contro ogni sua volontà. Considera una signora che è stata violentata… se il disumano gesto portasse ad una gravidanza… Perché questa signora dovrebbe essere costretta a portare in grembo un bambino che non vuole? In ogni caso la legge non obbliga le donne ad abortire, ma si limita a rimettere alla singola persona interessata la decisione se interrompere o meno la gravidanza. Cosa ne pensi adesso, Pasolini? Vale ancora la pena combattere per i tuoi ideali? Vale ancora la pena di combattere contro l’aborto?

Pasolini:- Mi stupisci, Pannella. Sto constatando che il delitto dell’aborto è reso ancora più lacerante dal fatto che, nel tuo periodo, nella coscienza di molti, la percezione della sua gravità è andata progressivamente oscurandosi. L’accettazione dell’aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosa crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita.

Pannella:- Non capisco come una mente brillante come la tua possa essere talmente chiusa da pensare e dire ciò. Soprattutto, ti sei soffermato solo sull’aborto, senza giustificare il tuo dissenso nei confronti del divorzio. Non solo, ti dico che è recente l’emanazione di una legge che favorisce le unioni civili tra persone dello stesso sesso e si sta anche lottando per l’adozione. Che ne pensi? Pensi sia sbagliato dare in affidamento un bambino orfano ad una coppia omosessuale? O pensi sia più giusto lasciarlo in balia di se stesso?

Pasolini:- Mio caro Pannella, anziché di me, io mi stupisco di te e del tuo vaneggiare. Senza ombra di dubbio, la questione dell’adozione è molto interessante e i miei contemporanei rimarrebbero indignati di fronte a questa legge. Eppure ti dico che non è necessaria l’adozione in una vita di coppia tra omosessuali. L’amore li lega e non per forza deve manifestarsi in una procreazione.

Pannella:- Tu fuggi dalla realtà. Tu non prendi in considerazione tutti quei casi che, magari al tuo tempo erano inimmaginabili, ma oggi sono diventati elementi molto frequenti.  Immagina la sofferenza che recherebbe una gravidanza non voluta ad una donna che già di suo, dopo un abuso, ha dei traumi psicologici. Immagina la sofferenza che recherebbe una convivenza forzata tra moglie e marito nella stessa casa. Immagina e immedesimati in tutte queste difficili situazioni che sono riuscito a mediare con queste leggi.

I due continuarono il dibattito fin quando entrambi capirono che le loro opinioni erano diverse e diverse sarebbero rimaste.
[La casa apparì e sparì d’un tratto]