Buongiorno professoressa,
le vorrei raccontare come vanno le nostre cose qui, in Brasile.
È la la nostra seconda giornata, la giornata del Tapei, la squadra di Taiwan, qui ci giochiamo la posizione nel girone.
La prima giornata è stata di aspettative, di fortissime emozioni, di sorprese: la città, il circolo del tennis, le squadre che vengono da tante parti del mondo. All’inizio cerchi di immaginare come sarà tutto questo mondo nuovo che vai a conoscere, la città, il circolo, come sono e come giocano gli avversari. Quello che ho visto attorno al Circolo del tennis toglie il fiato: bambini che giocano nudi su strade di pietre, gente che sta seduta per terra e si guarda attorno come se non avesse niente da fare ma non aspettasse nulla, un’infinità di motorini e tanta gente che va in motorino senza scarpe. Poi si entra al Circolo e sembra di essere in un altro mondo. Viene quasi il dubbio che quello che hai visto prima sia sparito o non sia mai esistito.
Qui incontriamo ragazzi che arrivano da tutto il mondo. I più simpatici sono i tedeschi e i cileni: salutano sempre per primi.
Poi arriva la partita con la Cina : il ragazzo cinese me l’ero immaginato bassino, leggero, ed invece mi sono ritrovato un ragazzo alto m.1,85 che aveva un servizio fortissimo.
La sorpresa ti blocca o ti fa venir fuori la forza della sfida, ma l’importante è riprendere equilibrio e a me sono successe tutte queste cose: dopo aver vinto il primo set al tiebraek, ho ceduto al secondo, al terzo set ho ritrovato la giusta concentrazione ed ho vinto portando la mia squadra in vantaggio! Poi con Luca ci siamo portati a casa anche il doppio. Che emozione! Qui sento ancora di più che siamo una squadra che condivide tutto e della squadra fanno anche parte genitori, amici, compagni che ci fanno forza da lontano. Siamo un gruppo super unito, ci divertiamo insieme, non ci mettiamo mai uno contro l’altro e anche quando uno di noi perde lo incoraggiamo. La cosa più bella è vivere in stretto contatto con i miei compagni di squadra e condividere emozioni.
Qui imparo a mettercela tutta, per me e per tutti quelli che mi stanno vicino, a vincere la tensione del match, a non cedere al nervosismo che ti prende quando un avversario non rispetta le regole.
Alla fine si rientra in albergo e sono contento di essere qui, di fare questa esperienza unica, di stare con i miei compagni di squadra. Ma so anche che il mondo non finisce qui.