Lo strumento della fiducia in politica: sopruso democratico o opportunità?

Il “Principe” Renzi e le unioni civili.

Il caso delle unioni civili è di nuovo diventato di forte centralità negli ultimi tempi e l’approvazione di una legge che dia diritti alle centinaia di coppie omosessuali ormai era necessaria.

Muoversi all’interno delle opposizioni politiche era tuttavia molto difficile ed è proprio al presidente del consiglio Matteo Renzi e al suo governo che spettava l’arduo compito di regolamentare, quindi stabilizzare, la situazione e creare un’equilibrio all’interno dello Stato.

Il comportamento di Renzi è stato perfettamente in linea con la visione machiavelliana della politica, che prevede, al fine di una gestione ottimale dello stato, l’utilizzo astuto delle leggi, alle quali lo scrittore stesso attribuisce un ruolo fondamentale.

E così che il “Principe” Renzi ha deciso di dare un duro colpo all’opposizione creando un accordo di maggioranza e ponendo la fiducia: gesto senz’altro astuto del segretario del PD, anche se non democratico.

La fiducia infatti qualifica tale atto come fondamentale della propria azione politica, facendo dipendere dalla sua approvazione la propria permanenza in carica, atto usato proprio per compattare la maggioranza parlamentare che lo sostiene e per evitare qualsiasi ostruzionismo dell’opposizione.

Così il parlamentare toscano è riuscito a far approvare una legge che mette d’accordo contemporaneamente i moderati e gli estremisti e che cambierà anche la vita, e i diritti, delle coppie non sposate o unite da unione civile.

Renzi sembra  dare anche una visione laica della politica, in cui risiede la vera originalità del pensiero di Machiavelli che afferma l’ agire sganciato dalla morale e dalla religione; Renzi stesso ha dichiarato al programma Porta a Porta: “Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”.

Umberto Panebianco, Andrea Rubino, Gianmarco Scirè, Federica Spina,