Diritti dell’uomo: modalità d’uso e controindicazioni

  • Introduzione
    Ogni essere umano, sin dall’antichità, sente la necessità di dover avere dei diritti che lo tutelino e che soddisfino i suoi bisogni per raggiungere la felicità. Ma cos’è la felicità e qual è il modo più giusto per raggiungerla? Di quali diritti l’uomo dovrebbe avvalersi e di quali non dovrebbe approfittare? In questo saggio analizzeremo le varie idee che i fautori si sono posti al riguardo e vedremo insieme quali prendere per buone e di quali diffidare.
  • Diritti e natura
    Innanzitutto, cerchiamo di capire cosa è un diritto. Un diritto è una condizione necessaria per garantire un buon tenore di vita dell’essere umano. Tra i più importanti diritti, che l’uomo ha ottenuto nel corso della storia evolutiva, ricordiamo: diritto alla libertà, diritto alla vita, diritto ad un’esistenza dignitosa e diritto alla libertà religiosa. Nel complesso, questi diritti si riassumono in un unico diritto: il diritto alla felicità. Inoltre, l’uomo ha il diritto di natura che si ricollega al diritto della vita, ma vedremo successivamente nello specifico perché. Oltre ai diritti che l’uomo ha già acquisito, ci sono nuovi diritti richiesti e ancora non accettati del tutto, come il diritto all’adozione da parte degli omosessuali.
  • Diritto alla felicità e alle adozioni. Arretratezza: umana, sociale e mentale.1 Diritto di natura
    Hobbes, riguardo al diritto di natura, afferma che «Il diritto di natura […] è la libertà che ciascuno ha di usare il proprio potere a suo arbitrio per la conservazione della sua natura. Fare qualsiasi cosa che, secondo il suo giudizio e la sua ragione, egli concepisca più idoneo a questo fine». Ma di questo ne parleremo in seguito (paragrafo 4.1). 

    3.2 Diritto alla felicità
    Per quanto riguarda, invece, il diritto alla felicità, Umberto Eco ne Il diritto alla felicità (http://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2014/03/19/news/il-diritto-alla-felicita-1.157770), cita che l’idea di felicità ci fa pensare sempre alla nostra felicità personale, quindi, in un certo senso, trascuriamo e ignoriamo la felicità degli altri per perseguire la nostra. Successivamente, prosegue con «Raramente pensiamo alla felicità quando votiamo o mandiamo un figlio a scuola, ma solo quando comperiamo cose inutili, e pensiamo in tal modo di aver soddisfatto il nostro diritto al perseguimento della felicità».

    3.3 Diritto all’adozione da parte degli omosessuali
    Delle coppie omosessuali e in particolari dei diritti che le coppie omosessuali dovrebbero avere, invece, ne parla Pasolini negli Scritti Corsari, definendo il conformismo della maggioranza come unico protettore della coppia eterosessuale, facendola sembrare una necessità morbosa e parossistica, questo, a differenza di chi <<[…] sessualmente è “diverso” è invece ignorato e respinto>>, come detto da Pasolini. Quindi le coppie omosessuali sono respinte, non accettate e ignorate. Infatti, queste coppie negli ultimi tempi stanno lottando, protestando e rivendicando, innanzitutto, la legalità del matrimonio persino dello stesso sesso e in seguito il diritto all’adozione. Ma, come ha scritto Massimo Fini ne Il Fatto Quotidiano (I figli e la felicità non sono un diritto – 4/2/2016), qui non si parla solo dei diritti della coppia omosessuale, ma si deve mettere in evidenza il bambino adottato, il cui diritto è quello di avere una madre e un padre, i quali hanno l’obbligo di garantire la formazione e il benessere psicofisico del bambino, come riportato negli articoli 5, 7 e 9 «La Convenzione ONU dei Diritti del Bambino protegge diritti e doveri dei genitori nel crescere e nell’educare i propri figli. Il genitore deve comunque valutare lo sviluppo e le capacità del figlio».

  • Abuso dei diritti e una sbagliata ricerca della felicità1 Diritto di stare bene
    Si nota che Hobbes, affermando quanto riportato al paragrafo 3.1, sbaglia, poiché secondo lui l’uomo ha il diritto di fare qualsiasi cosa per conservare la propria natura. In particolare è il «fare qualsiasi cosa» che è sbagliato, perché per «fare qualsiasi cosa» si potrebbe intendere anche far del male agli altri, per raggiungere il proprio stare bene. Quindi, per evitare questo, l’uomo deve avvalersi del diritto di stare bene nel collettivo. L’uomo può fare qualsiasi cosa, l’importante è che le sue azioni siano contemporaneamente benefiche per se stesso e non rechino danni agli altri. 

    4.2 Egoismo che sovrasta la felicità altrui
    Inoltre, si deve distinguere la vera felicità dalla felicità imposta. Spesso siamo felici non perché raggiungiamo il nostro obbiettivo, ma perché raggiungiamo quel bisogno che gli altri creano per noi, rendendolo una necessità da soddisfare il prima possibile. Parliamo delle pubblicità, studiate e create a tavolino, che ci fanno credere che la vita sarebbe migliore acquistando quei particolari prodotti che vediamo in TV. Come afferma U. Eco ne Il diritto alla felicità, <<Questa idea di felicità pervade il mondo della pubblicità e dei consumi, dove ogni proposta appare come un appello a una vita felice>>; siamo costantemente intrappolati inconsciamente dalle pubblicità. Quindi non siamo davvero liberi, non ci stiamo avvalendo del nostro diritto di libertà, ma siamo persuasi dai mass media. Pertanto, dovremmo riuscire a riacquisire la consapevolezza che la felicità non è costruita dalle pubblicità. Inoltre, U. Eco tende a sottolineare che ogni nostra piccola azione quotidiana dovrebbe renderci felici.

    4.3 I bambini come esseri umani, non come giocattoli
    Infine, per essere felici, non bisogna diventare egoisti. Questo è il caso dell’adozione da parte delle coppie omosessuali, che cercano di soddisfare i propri capricci. Avere figli è un diritto? Solo se si ha la possibilità di farlo, altrimenti diventa a tutti gli effetti un atto egoistico. I figli, cresciuti solo con due figure paterne o materne, vivono male questa situazione. Portiamo l’esempio di una coppia etero sposata, con un figlio ancora piccolo o neonato, in cui una delle due figure genitoriali scappi o muoia. Qui, il figlio si trova costretto a crescere con una sola figura genitoriale. Notiamo che spesso, in questi casi, il figlio cresce disturbato. In special modo quando la madre trova un nuovo compagno. Per quanto quest’ultimo possa essere una brava figura paterna, spesso non viene riconosciuto come tale dal figlio acquisito. Figuriamoci un figlio con due padri, per lui del tutto sconosciuti dal punto di vista antropologico e fisiologico. È vero anche che potrebbero esserci delle brave coppie omosessuali che sappiano abituare il figlio adottato alla pacifica e serena convivenza, ma egli avvertirà comunque quella mancanza di una figura del sesso opposto a quello dei genitori acquisiti, in particolar modo nella società odierna.

  • Conclusione
    In conclusione, quindi, per raggiungere la felicità, per avvalerci del diritto alla felicità, non dobbiamo recare danno agli altri e non dobbiamo raggiungere una falsa felicità. Inoltre, non dobbiamo negare il diritto alla felicità a nessun altro, neanche soprattutto ai bambini che hanno anche diritto di avere un padre e una madre che lo seguano sempre e lo educhino per bene. Quindi l’uomo deve avvalersi di tutti i diritti che ha, ma senza approfittarsene, pensando sempre in modo altruistico.