Gli olimpionici dell’informatica premiati a Catania

Venti bronzi, undici argenti e cinque ori. Trentasei medaglie ad altrettanti studenti. E’ questo il bilancio delle Olimpiadi Nazionali di Informatica, che quest’anno si sono tenute in Sicilia, ospitate dall’Istituto Archimede di Catania, dal 15 al 17 settembre. Trentasei medaglie appese al collo degli studenti in occasione della cerimonia di consegna, presieduta dal Rettore dell’Università etnea Giacomo Pignataro, che si è svolta nell’aula magna del Palazzo Centrale dell’Università.

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La competizione alla “tastiera”, promossa annualmente dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e da AICA – Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico, ha avuto per protagonisti 96 talentuosi studenti fra i 15 e i 19 anni, provenienti da scuole superiori di tutta Italia, che si sono sfidati a colpi di bit per ambire alle prestigiose medaglie olimpiche.

La gara prevedeva la risoluzione di un problema, di tipo algoritmico, attraverso la scrittura di un programma in linguaggio C, C++ o Pascal. Un tipo di prova simile a quella che viene proposta nella competizione internazionale, anche se di minore complessità.

Trentasei medaglie, ma solo venti gli atleti che si sono assicurati un posto nel gruppo dei “probabili olimpici” tra i quali, dopo ulteriore formazione e selezione, saranno scelti i componenti della squadra italiana che sfiderà i talenti informatici di tutto il mondo alle prossime Olimpiadi Internazionali di Informatica, nel luglio 2017, a Teheran in Iran.

Un ruolo sempre più strategico quello che le discipline scientifiche rivestono per il nostro Paese, tanto le Olimpiadi sono state inserite nel programma ministeriale per la valorizzare delle eccellenze.

Daniela Vetri
Daniela Vetri, dirigente scolastico dell’Archimede

“E’ stata un’esperienza impegnativa e formativa per i ragazzi, e un valore aggiunto è stato rappresentato da tutti i docenti e dai referenti territoriali che li hanno seguiti – ha detto la dirigente scolastica dell’ITI Archimede, Daniela Vetri -. La mia speranza è quella che possano fare tesoro delle competenze acquisite, sia nel mondo dell’università che in quello del lavoro.”