L’8 Marzo ricorre la Giornata Internazionale della Donna, meglio conosciuta come “ Festa della donna”.
In questa importantissima giornata si ricordano i diritti ottenuti dalle donne dopo aver combattuto per anni. Il 28 Febbraio1909 il “Partito Socialista americano” organizzò una manifestazione, affinché le donne potessero ottenere il diritto al voto, inoltre le donne scioperarono per diversi giorni per avere un aumento di stipendio. Lottarono, protestarono e scioperarono, anche per cercare di migliorare le difficili e pessime condizioni in cui erano costretti a lavorare. Lo sciopero durò per alcuni giorni, così l’8 Marzo il proprietario di un industria tessile di New York pensò bene di chiudere a chiave le proprie dipendenti per evitare che uscissero, ma anche per paura che potessero rubare o fare troppe pause. Però un pomeriggio del 25 Marzo 1911 si verificò un evento spiacevole: un incendio uccise le 129 operaie che si trovavano rinchiuse all’interno della fabbrica che era situata negli ultimi tre piani di un palazzo di dieci, sessantadue delle vittime morirono, nel disperato tentativo di salvarsi, lanciandosi dalle finestre. I proprietari della fabbrica, al momento dell’incendio si trovavano all’ultimo piano dello stesso stabile, si misero in salvo, ma non pensarono minimamente alle dipendenti. Purtroppo non ci fu giustizia durante il processo, anzi, oltre ad essere assolti, l’assicurazione per ogni operaio morto versò loro un sacco di soldi, mentre le famiglie ricevettero un risarcimento minimo. A questi seguirono altre rivolte e manifestazioni.
L’essere donna non è mai stato facile ed è per questo che l’8 Marzo è bello omaggiare le donne della propria vita (le compagne, le maestre, le mamme) con dei mazzolini di mimosa, che sono diventate il simbolo di questa festa.
Anche quest’anno nel mio paese, il presidente dell’associazione Kermesse D’Arte, il sig. Dino Porrazzo, ha voluto ricordare l’importanza delle donne attraverso un’edizione intitolata “ Mimose a Mistretta”, evocando le quattro muse.
Ha coinvolto diverse associazioni quali Bailamos, Ass. Futuro, Rete della Musica, Gruppo Folk Amastra e soprattutto l’insostituibile maestra e nota scrittrice Mariangela Biffarella.
La manifestazione ha avuto inizio alle ore 18:00 presso il Cine-Teatro-Odeon( inaugurato lo scorso 3 Gennaio), a cominciare è stata la maestra Mariangela con la lettura di alcune poesie.
La prima è stata scritta Lucio Vranca, intitolata “Donna dolce creatura”, il poeta mistrettese ha voluto dedicarla a tutte le donne, mettendone in evidenza la loro delicatezza.
La seconda “Sorridi Donna” di Alda Merini, famosa poetessa che ha condotto una vita abbastanza travagliata e che ha anche vissuto l’esperienza drammatica e sconvolgente del manicomio, invita le donne a sorridere sempre, nonostante le avversità che la vita ci pone, perché il sorriso è luce e cammino.
A seguire sono state lette altre poesie scritte dalla maestra Mariangela, (si perché tra le sue tante doti ha anche quello di essere poetessa).
“ A te Madre”, dedicata alla mamma di tutti, cioè la Madonna; “ Mistretta”, questa poesia è rivolta alla propria terra, per esprimere quell’attaccamento che molte volte non riusciamo a capire il perché; “Rughe” scritta per la sua mamma, in questa meravigliosa poesia mette in evidenza il duro e instancabile lavoro svolto dalle mamme per portare avanti la famiglia; “ Ravero ti spuntaro l’ale”, dedicata alle sue figlie, qui la poetessa mette in evidenza lo stato d’animo di sofferenza e felicità che provano le mamme quando i figli vanno via di casa.Questa poesia l’ho trovato bellissima perché per certi aspetti rivedo la mia mamma quando mi guarda e mi dice” Amore mio stai diventando davvero grande”, nel suo viso vedo tanta gioia, ma anche tanta nostalgia e quando l’abbraccio continua a ripetermi: “ Stringiamoci forte forte perché crescendo questi abbracci diminuiranno”. Io non capisco perché mi dice così, la amo troppo e non ci penso minimamente ad allontanarmi da lei.
Infine ha concluso con la poesia “Il sapore di un sogno” rivolta agli emigranti, a tutta quella folla di disperati che abbandona la propria terra per cercare di sottrarre i figli alle bombe, a tutte le madri che per fare questo viaggio della speranza sono costrette a subire tante sofferenze e violenze per poi morire fra le acque o ritrovarsi di fronte a mille difficoltà. Subito dopo si è esibita Clarissa, un’autodidatta, suonando il pianoforte sulle note della canzone “Titanic”, dopo di lei sono state cantate altre canzoni ed infine i ragazzi della palestra “ Bailamos”, attraverso alcuni balli hanno rappresentato la donna in tutto il suo carisma, coraggio, eleganza e forza. Certo di tempo ne è passato e di passi avanti ne sono stati fatti tanti, grazie ai molti sacrifici e alle tante sofferenze che le donne hanno vissuto nella storia, oggi noi possiamo ritenerci quasi libere, grazie a loro siamo riusciti ad ottenere gli stessi diritti degli uomini, abbiamo il diritto al voto, possiamo indossare i pantaloni, andare a scuola e lavorare. Penso, però, che saremo veramente libere quando non ci saranno più donne uccise, picchiate, sfigurate, perseguitate, molestate… da chi dice di amarle, quindi non trovo bello e significativo andare a festeggiare nei locali. La vera emancipazione si otterrà quando la donna non sarà valorizzata solo per il suo aspetto fisico, quando non sarà più vista come un oggetto debole e inutile, ma il vero cambiamento si otterrà quando le verranno riconosciuti i veri valori.
Greta Scalone classe quinta Neviera