Funziona veramente? Cosa ne pensano studenti e professori?
L’alternanza scuola-lavoro sembra un’esperienza utile, ma gestita male; Questo è quello che appare dalle nostre interviste in cui abbiamo parlato con i professori che si occupano direttamente dell’alternanza scuola-lavoro e con gli studenti che hanno già avuto modo di sperimentare quest’esperienza nel nostro liceo, E. Boggio Lera di Catania.
“Spesso i progetti assegnati alle classi non sono attinenti al percorso di studio; inoltre ci è risultato pesante fare un numero di ore così elevato in così poco tempo.” ci fa notare Chiara di 3CL.
Infatti, come dichiarato dalla legge 107 de “La Buona Scuola” entrata in vigore nel 2016, gli studenti sono obbligati a rispettare il monte ore che è di 400 negli istituti tecnici e professionali e di 200 nei licei.
“Devo dire che è stata un’esperienza veramente scadente. Il nostro progetto consisteva nel creare un’audio-guida, lavoro che poteva essere svolto in maniera diversa – dice un ragazzo di 4EL – Sono stato sette giorni seduto su una sedia con i tutor che non ci facevano fare niente ed i professori che non ci assistevano.”
In contrasto è invece il pensiero di Sofia di 4CL: “Sono stata alla Casa dei Popoli, è stata un’esperienza interessante. C’erano due attività principali: la prima consisteva nel fare delle lezioni agli immigrati, la seconda era quella di accoglierli allo sportello. I corsi teorici invece sono stati traumatici, per niente utili essendo subito dopo scuola e facendo un programma ampio in un lasso di tempo troppo ridotto.”
Ma cosa ne pensa chi non approva alla base l’alternanza scuola-lavoro?
Il professore De Cristofaro è uno dei professori che si è opposto ed ha partecipato attivamente agli scioperi contro la legge 107: “Per quanto riguarda i licei – dice – mi sembra un’attività sostanzialmente inutile. L’idea di una struttura liceale è quella di dare degli strumenti per conoscere ed interpretare la realtà ed è molto probabile che i ragazzi proseguano gli studi universitari, quindi ci sarà tempo per inserirsi in processi lavorativi in relazione alle loro competenze. Quindi per ora mi sembra una forzatura sbagliata che fa perdere tempo rispetto allo studio e che andrebbe rivista dando alle scuole l’autonomia per decidere se farla o meno. In un istituto tecnico o professionale invece l’ attività di stage è coerente con il percorso di studi che viene fatto e anzi sarebbe negativo non farlo.”
Inoltre c’è stata una classe di quarto anno che si è rifiutata di svolgere il progetto assegnatole perché poco attinente al percorso di studio. Si parlava di un’esperienza di volontariato per un liceo scientifico. “Un’esperienza formativa e molto bella, ma per niente attinente al nostro indirizzo”, ci dice uno studente. La classe in questione dopo diversi tentativi di cambiare il progetto ha ottenuto l’annullamento delle attività assegnate di alternanza scuola-lavoro, almeno per l’anno in corso.
Martina Razzano, Roberta Chiarenza, Giada Cilmi