Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 Gennaio di ogni anno.
In questo giorno vengono ricordati i 15 milioni di vittime dell’ Olocausto, rinchiusi e uccisi nei campi di concentramento nazisti, prima e durante la seconda Guerra Mondiale.
Sei milioni di morti, durante l’Olocausto, appartenevano al popolo ebreo, il loro sterminio venne chiamato Shoah.
Gli atti terribili commessi dalla Germania nazista, fino al 27 Gennaio 1945 sono stati messi in atto con metodi scientifici, e il mondo ne venne a conoscenza quando alcuni carri armati dell’esercito sovietico sfondarono i cancelli di AUSCHWITZ, in Polonia.
Da quel giorno, questo campo è diventato il luogo simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi ha avuto la sfortuna di essere ebreo, zingaro, omosessuale o di chi semplicemente aveva idee politiche diverse da quelli che stavano al potere. I prigionieri venivano condotti nei bagni e privati di tutto ciò che possedevano, l’unica cosa concessa era portare un fazzoletto, subito dopo venivano consegnati ai barbieri che li radevano su tutto il corpo. In seguito li facevano lavare e vestire con la divisa a righe e ai piedi gli facevano indossare un paio di zoccoli ed infine sul braccio sinistro gli veniva marchiato un numero, attraverso uno speciale timbro di metallo. Nella parte sinistra della casacca veniva cucito un pezzo di tela che identificava le diverse categorie dei detenuti.
Un triangolo rosso identificava i prigionieri politici;
Un triangolo nero identificava gli asociali;
Un triangolo verde identificava i criminali;
Un triangolo viola identificava i religiosi;
Un triangolo rosa identificava gli omosessuali;
La stella a sei punte di colore giallo identificava gli ebrei.
Nel campo non c’erano servizi igienici, nessuna assistenza medica; fame ed epidemia erano all’ordine del giorno.
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare le tantissime persone uccise ingiustamente senza alcuna pietà, ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi sembra diverso da noi, che spesso senza rendercene conto diveniamo gli autori di questi gesti.
Anche noi in classe abbiamo affrontato questo argomento attraverso poesie, lettere tratte dal diario di Anna Frank e guardando un film. La maestra ha sempre cercato di sensibilizzarci e renderci responsabili verso chi è più debole. Per prima cosa ci ha fatto vedere il film intitolato “ Il bambino con il pigiama a righe”.
Il film, molto bello e commovente, ci spinge parecchio a riflettere sulla diversità con cui i bambini vivono la vicenda. Infatti vivendo da una parte e dall’altra parte della rete vivono in due mondi completamente diversi, nonostante questo né Shmuel né Bruno sono del tutto coscienti di quello che accade attorno a loro. Ma l’amicizia che unisce i due bambini è simbolo dell’uguaglianza tra gli uomini, uguaglianza che non viene compresa dal padre di Bruno.
Le pagine che abbiamo letto dal diario di Anna Frank sono state veramente toccanti;
in queste pagine la ragazzina racconta in quali terribili condizioni sono stati costretti a vivere e ciò che desideravano fare appena finita la guerra; cose semplici come un bagno caldo, oppure la libertà di muoversi liberamente nella propria casa o semplicemente ritornare a scuola…Desideri molto difficili da capire per noi che viviamo la vita senza alcuna difficoltà o quanto meno non queste tragedie.
Infine abbiamo studiato la poesia “ Se questo è un uomo” di Primo Levi. In questa poesia il poeta, dopo aver descritto la sua esperienza vissuta nei campi di concentramento, costretto a vivere come una bestia, in condizioni disagiate, a lavorare duramente e a combattere per un pezzo di pane, ci invita a ricordare sempre ciò che è accaduto.
Tutti abbiamo il dovere di ricordare e di trasmetterlo alle future generazioni.
Anche se per noi che viviamo in comode case riscaldate, circondati dall’affetto dei familiari, è dura da comprendere è giusto ricordare.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”
La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce; forse per comodità e opportunismo preferiamo nasconderci e non affrontare certe difficili situazioni che, spesse volte, addirittura ci lasciano indifferenti. Per evitare che una tragedia come quella dell’Olucausto si ripeta, occorre ricordare e soprattutto capire, che la vita non è eterna ed è da sciocchi farci la guerra. Dovremmo imparare ad apprezzare le piccole cose e i piccoli gesti, pensare ad essere meno egoisti e soprattutto sarebbe opportuno circondarci d’amore e vestirci di sincerità. Greta Scalone