“Quanto sia laudabile in uno principe il mantenere la fede e vivere con integrità e non con astuzia ciascuno lo intende; nondimanco si vede per esperienza ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli delli uomini: e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in su la realtà”. Proprio così inizia il capitolo XVIII del Principe, capitolo cruciale in cui Machiavelli descrive in modo abbastanza eloquente ciò che un “Principe” deve essere, o che almeno dovrebbe. Ricordiamo un attimo che per Machiavelli un buon governatore è colui che incarna un determinato “stock” di qualità: esso deve essere prudente, astuto, deve sempre saper manipolare a suo favore gli eventi che la sorte gli presenta; deve essere forte come un “lione”, e furbo come una “golpe”; deve inoltre sapersi sempre dimostrare magnanimo e onesto agli occhi del popolo, in modo da non attirarsi le ire di quest’ultimi, pur comunque non facendosi scrupoli di ricorrere a qualsiasi tipo di stratagemma per salvare le situazioni più distastrose eccettera eccettera…
Ma visto che ci troviamo nel 2016, e ci troviamo in una situazione politica non molto favorevole, c’è da chiedersi: Matteo Renzi, il nostro presidente della repubblica, incarna quelle caratteristiche tanto decantate dal politico fiorentino? Oppure ci troviamo ben lontani da un tipo di governo buono? Di certo non si può non notare che il nostro Premier non disdegna affatto la furbizia: Dopo il vero e proprio colpo di stato ai danni di Letta e l’ascesa al governo, Matteo non ha fatto altro, dal 22 Febbraio 2014 ad oggi, che far approvare leggi che apparentemente, ma solo quello, potevano far cambiare in meglio “il paese là dove l si suona”. Vi ricordate la “buona scuola”?
L’ambiziosa riforma che punta(va) a rivoluzionare il sistema scolastico? Quella riforma che punta(va) ad offrire a ogni professore una postazione stabile, agli alunni un’istruzione completa e mai banale e un forte contatto con il mondo del lavoro? Tutto molto interessante si, se non fosse per il fatto che, in fin dei conti, questa “riforma”, a parte “trasformare i presidi in capetti dispotici dotati di pieni poteri”, non cambia assolutamente niente. Anzi: Renzi, oltre all’aver aggiunto 200 ore obbligatorie di “alternanza scuola-lavoro” che dovrebbe essere chiamata “alternanza scuola-scuola”, non si è reso sostanzialmente conto che favorire la spinta tecnologica nelle scuole non equivale a migliorare il percorso didattico degli alunni.
Insomma: se un professore è capra senza un pc, lo sarà con. Sorvolando e passando oltre, è interessante anche la forte volontà del Presidente di non aumentare le tasse nel 2016: Il governo ha vietato per legge i comuni e le regioni di aumentare le tasse nel 2016. Tutto ciò di certo non per filantropia, quanto più per evitare che i sindaci possano “rivalersi” del mancato gettito dell’abolizione di Imu e Tasi aumentando le addizionali di loro competenza. Ma non sono solo le leggi a dimostrare della grande magnanimità di Renzi, quanto anche i suoi discorsi. E’ successo a Roma, il lancio di due “astuzie”: La prima , “se perdo me ne vado”, impegno collegato al referendum 2016 sulle riforme costituzionali. Furbo, considerando il fatto che sa benissimo perdere il referendum è proprio improbabile per lui; la seconda è quella di annunciare di ritirarsi dalla vita politica dopo la fine del mandato, mandato che però si concluderà alla fine della seconda legislatura, nel 2023..Campa cavallo che l’erba cresce…
Ma il premier non è solo un furbone, è anche un gran romanticone e amico del popolo. Per quest’ultimo infatti l’approvazione delle unioni civili è una vittoria dell’amore. Si sente proprio fiero il nostro Renzi che afferma che “Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l’amore”. E’ tipico, focalizzarsi in situazioni che non hanno di certo meno peso di altre, ma che tirano di più.
Matteo Renzi è sempre pronto a farsi vedere come il difensore dei popoli dall’esterno, quando poi all’interno, in questioni meno conosciute, si diletta a distruggere tutto ciò che di buono poteva esserci nel bel paese. Si potrebbe discutere per ore del premier italiano, di quante ne ha fatte e di quante ne farà ancora. Però, c’è anche da dire che, nonostante tutto, riesce a tirare, a fatica un paese avanti. E’ non è cosa facile considerando che popolo orgolioso siamo noi italiani. Un popolo che non si è mai fatto mettere i piedi in testa e che ha sempre saputo reagire a forme di governo negative. O forse stiamo sbagliando soggetto?
Claudio Messina, Gianmarco Corsaro